L'Africa in generale
L'atlante ci mostra l'Africa strettamente unita alle altre due parti del Mondo Antico: Lo Stretto di Gibilterra è largo meno di 14 km, il Canale di Suez, artificiale del resto, spesso non supera i 70 metri ed è valicato da un ponte. Né il Mare Mediterraneo, né il Mar Rosso sono molto vasti e la Sicilia dista dall'Africa meno di 150 km, mentre la costa arabica, che non è mai più lontana di 350 km dalla sponda africana, le si avvicina nello Stretto di Bab el Màndeb a circa 27.
Eppure, tolte le strette fasce costiere settentrionali e nord-orientali e la valle inferiore del Nilo, la penetrazione nell'Africa è difficili a causa del deserto, della foresta impenetrabile, della compattezza della conformazione, della scarsa accessibilità delle coste, della disposizione del rilievo, delle caratteristiche dei maggiori corsi d'acqua, dei climi caldissimi, dell'aridità o dell'eccesso di umidità, delle belve feroci, delle malattie e infine dell'arretratezza di molte popolazioni.
Se si aggiunge che parte del continente si protende nell'emisfero meridionale, nel quale molte migliaia di km lo separano dagli altri continenti (a loro volta isolati e scarsamente progrediti), ci si spiega come l'Africa sia rimasta un continente in buona parte misterioso fino a tempi recentissimi, benché la sua parte più settentrionale sia stata la culla di una delle più antiche e gloriose civiltà umane, l'egiziana, ed abbia subito l'influsso di quella greco-romana.
Eppure, tolte le strette fasce costiere settentrionali e nord-orientali e la valle inferiore del Nilo, la penetrazione nell'Africa è difficili a causa del deserto, della foresta impenetrabile, della compattezza della conformazione, della scarsa accessibilità delle coste, della disposizione del rilievo, delle caratteristiche dei maggiori corsi d'acqua, dei climi caldissimi, dell'aridità o dell'eccesso di umidità, delle belve feroci, delle malattie e infine dell'arretratezza di molte popolazioni.
Se si aggiunge che parte del continente si protende nell'emisfero meridionale, nel quale molte migliaia di km lo separano dagli altri continenti (a loro volta isolati e scarsamente progrediti), ci si spiega come l'Africa sia rimasta un continente in buona parte misterioso fino a tempi recentissimi, benché la sua parte più settentrionale sia stata la culla di una delle più antiche e gloriose civiltà umane, l'egiziana, ed abbia subito l'influsso di quella greco-romana.
I maggiori monti africani sorgono dagli altipiani, sono isolati e tutti spostati ad est.
Il primo degli ostacoli che hanno ritardato per millenni la conoscenza dell'Africa, il deserto, si presenta subito a sud del Mar Mediterraneo, anzi arriva, in Libia e in Egitto, a lambire le coste. Il Sahara è la più vasta regione arida della Terra, ed occupa quasi 1/3 dell'intera superficie del continente: su poco più di 30 milioni di kmq, oltre 8 milioni, quasi quanti l'intera Europa. Nel senso dei meridiani misura da 1500 a 2000 km; in quello dei paralleli quasi 5500!
L'immensa estensione non è però uniforme. Anzitutto vi si trovano massicci montuosi, vasti ed elevati, nei quali si verificarono in passato imponenti fenomeni vulcanici: verso il centro l'Hoggar e il Tibesti col Monte Emi Cussi, di origine vulcanica (m 3415) e ad est, la catena che costeggia il Mar Rosso e supera di poco i 2000 m di altitudine.
Inoltre il deserto è costituito a volte da nude rocce spazzate dai venti violentissimi e punteggiate di ciottoli (chiamate hammada), a volte da sterminate distese di ciottoli (serìr), a volte ancora da serie infinite di dune sabbiose (erg), che il vento modifica e sposta continuamente.
L'immensa estensione non è però uniforme. Anzitutto vi si trovano massicci montuosi, vasti ed elevati, nei quali si verificarono in passato imponenti fenomeni vulcanici: verso il centro l'Hoggar e il Tibesti col Monte Emi Cussi, di origine vulcanica (m 3415) e ad est, la catena che costeggia il Mar Rosso e supera di poco i 2000 m di altitudine.
Inoltre il deserto è costituito a volte da nude rocce spazzate dai venti violentissimi e punteggiate di ciottoli (chiamate hammada), a volte da sterminate distese di ciottoli (serìr), a volte ancora da serie infinite di dune sabbiose (erg), che il vento modifica e sposta continuamente.
il mare di dune
Il mare di dune non è assolutamente privo di vita: qua e là cespugli, alberelli; verso il fondo la linea scura di un'oasi. Il deserto resta tuttavia con la sua vastità, i suoi silenzi, la varietà degli aspetti, uno degli spettacoli naturali più suggestivi.
Il deserto è attraversato da una rete di piste che congiungono le varie oasi e mantennero anche in epoche antiche i contatti tra le estreme regioni del Sahara, pur senza intaccarne sostanzialmente la caratteristica di elemento di isolamento.
A sud del Sahara, l'arida steppa , la savana popolata di belve feroci e specialmente la foresta equatoriale intricata ed estesissima (e poi, di nuovo, più a sud la savana e il deserto di Namib col Kalahari) furono e sono anch'essi ostacoli non lievi alla circolazione degli uomini e delle cose.
Anche le coste sono spesso di difficile approdo: lungo il Mar Rosso, e in notevole parte dell'Oceano Indiano e dell'Atlantico, dove il rilievo arriva al mare, esse sono alte e compatte; in Libia, Egitto, Somalia e Mauritania sono basse e sabbiose, nel Golfo di Guinea e nel Canale di Monzambico infine sono acquitrinose.
Esse non presentano articolazioni notevoli ed hanno uno sviluppo complessivo inferiore ai 30 mila km, nemmeno quadruplo di quello della sola Italia!
L'Africa è, insieme con l'America Meridionale, il continente più compatto: le articolazioni non vi superano il 2% della superficie (in Europa il 35%, in Asia e nell'America Settentrionale il 25); le isole, tolta Madagàscar (quasi 600 mila kmq), non superano complessivamente i 40 mila kmq!
Le penisole di un certo rilievo vi sono rare: sola notevole la sporgenza triangolare della Somalia. Poco profondi infine sono pure i golfi, anche se molto estesi come il Golfo di Guinea nell'Atlantico e quelli di Gàbes e di Sidra nel Mediterraneo.
Mancano inoltre in Africa quei fiumi navigabili che nell'altrettanto compatta America Meridionale permisero una sollecita penetrazione nell'interno del continente fin dai primi decenni successivi alla scoperta. Non che L'Africa difetti di grandi fiumi: il Nilo e il Congo anzi sono i secondi della Terra per lunghezza di corso l'uno (km 6671), e per portata e ampiezza del bacino l'altro ( 3 milioni 700 mila kmq), e anche il Niger, lo Zambesi il Senegàl e l'Orange sono tra i notevoli. Ma rapide e cascate ne rompono il corso in brevi tratti, i quali se pure utilizzati, non costituiscono mai una via continua per la navigazione interna.
Nell'esaminare ora la forma e la disposizione del rilievo, troviamo la spiegazione delle caratteristiche dei fiumi africani.
L'Africa è un continente di alte terre, in media 670 metri sul livello del mare. Costituita da rocce antichissime che il tempo ha in gran parte spianate e i corsi d'acqua hanno inciso con valli e gole profonde, ha un'assoluta prevalenza di rilievi tabulari. Dove più alte, dove più basse, qua più incise e con pareti a picco, là digradanti a terrazze, si può dire che per tutta la sezione orientale dell'Africa, dall'Egitto all'estrema punta meridionale del continente, si succedono gli altipiani. Questi racchiudono spesso conche più o meno estese, talvolta senza deflusso al mare, nelle quali la presenza di rocce calcaree o arenarie dimostra che in qualche era passata sono state sommerse dalle acque del mare o dei fiumi e che il vento vi ha accumulato a lungo i detriti. Vaste effusioni vulcaniche costituirono sulle rocce primitive monti o tavolati, come ad esempio quello abissino, anch'esso però ormai profondamente segnato e diviso in blocchi isolati dall'erosione.
A sud del Sahara, l'arida steppa , la savana popolata di belve feroci e specialmente la foresta equatoriale intricata ed estesissima (e poi, di nuovo, più a sud la savana e il deserto di Namib col Kalahari) furono e sono anch'essi ostacoli non lievi alla circolazione degli uomini e delle cose.
Anche le coste sono spesso di difficile approdo: lungo il Mar Rosso, e in notevole parte dell'Oceano Indiano e dell'Atlantico, dove il rilievo arriva al mare, esse sono alte e compatte; in Libia, Egitto, Somalia e Mauritania sono basse e sabbiose, nel Golfo di Guinea e nel Canale di Monzambico infine sono acquitrinose.
Esse non presentano articolazioni notevoli ed hanno uno sviluppo complessivo inferiore ai 30 mila km, nemmeno quadruplo di quello della sola Italia!
L'Africa è, insieme con l'America Meridionale, il continente più compatto: le articolazioni non vi superano il 2% della superficie (in Europa il 35%, in Asia e nell'America Settentrionale il 25); le isole, tolta Madagàscar (quasi 600 mila kmq), non superano complessivamente i 40 mila kmq!
Le penisole di un certo rilievo vi sono rare: sola notevole la sporgenza triangolare della Somalia. Poco profondi infine sono pure i golfi, anche se molto estesi come il Golfo di Guinea nell'Atlantico e quelli di Gàbes e di Sidra nel Mediterraneo.
Mancano inoltre in Africa quei fiumi navigabili che nell'altrettanto compatta America Meridionale permisero una sollecita penetrazione nell'interno del continente fin dai primi decenni successivi alla scoperta. Non che L'Africa difetti di grandi fiumi: il Nilo e il Congo anzi sono i secondi della Terra per lunghezza di corso l'uno (km 6671), e per portata e ampiezza del bacino l'altro ( 3 milioni 700 mila kmq), e anche il Niger, lo Zambesi il Senegàl e l'Orange sono tra i notevoli. Ma rapide e cascate ne rompono il corso in brevi tratti, i quali se pure utilizzati, non costituiscono mai una via continua per la navigazione interna.
Nell'esaminare ora la forma e la disposizione del rilievo, troviamo la spiegazione delle caratteristiche dei fiumi africani.
L'Africa è un continente di alte terre, in media 670 metri sul livello del mare. Costituita da rocce antichissime che il tempo ha in gran parte spianate e i corsi d'acqua hanno inciso con valli e gole profonde, ha un'assoluta prevalenza di rilievi tabulari. Dove più alte, dove più basse, qua più incise e con pareti a picco, là digradanti a terrazze, si può dire che per tutta la sezione orientale dell'Africa, dall'Egitto all'estrema punta meridionale del continente, si succedono gli altipiani. Questi racchiudono spesso conche più o meno estese, talvolta senza deflusso al mare, nelle quali la presenza di rocce calcaree o arenarie dimostra che in qualche era passata sono state sommerse dalle acque del mare o dei fiumi e che il vento vi ha accumulato a lungo i detriti. Vaste effusioni vulcaniche costituirono sulle rocce primitive monti o tavolati, come ad esempio quello abissino, anch'esso però ormai profondamente segnato e diviso in blocchi isolati dall'erosione.
Negli uidian sahariani crescono le poche piante che rompono la monotonia del deserto; dove le vene d'acqua affiorano, sorgono le oasi.
Ma non tutta l'Africa è costituita da tavolati, All'estremo nord e all'estremo sud (in posizione quindi ancora periferica), nell'Atlante e nella Provincia del Capo, si hanno formazioni di catene a pieghe. Le prime, con cime anche superiori ai 4000 m (Monte Tubkal, m 4165), sono contemporanee alle vicine catene alpine dell'europa Meridionale, delle quali hanno anche la disposizione nel senso dei paralleli; le seconde si sono formate al tempo del corrugamento erciniano e non superano ormai i 2000 metri di altitudine.
Fosse tettoniche
Le linee colorate indicano i margini delle fosse tettoniche che hanno così potentemente inciso l'Africa Orientale e l'Asia sud-occidentale.
Inoltre sono abbastanza frequenti in tutta l'Africa le formazioni vulcaniche anche attive. Parte di esse sono in connessione con lo sprofondamento della grande fossa tettonica, chiamata anche Valle Spaccata, della quale si è già parlato trattando dell'Asia. Lunga circa 6 mila km, essa arriva dalla regione siriaco-palestinese fino al Lago Nyassa.
Ecco perché i grandi laghi dell'Africa Orientale, il Lago Rodolfo, il Lago Alberto, il Tanganica, il Niassa e altri minori hanno la caratteristica forma allungata nel senso dei meridiani e sono molto profondi. Solo il Lago Vittoria, che però è il maggiore dell'Africa e il terzo della Terra (kmq 68 mila), riempie una conca non limitata da faglie (e infatti ha forma grosso modo circolare e non arriva ai 100 m di profondità).
Le maggiori cime dell'Africa: il Kilimangiaro (m 5895), il Kenia (m 5199), il Meru (m 4566), l'Elgon (m 4321) sono vulcani spenti o quiescenti; solo il Ruvenzori (m 5119) è di costituzione cristallina. Tutti si alzano isolati dalle alte terre dell'Africa Orientale e non formano un unico sistema montuoso.
Anche il Camerùn (m 4070), la sola cima elevata, fuori dalle catene dell'Atlante, che si trovi nella parte occidentale del continente, è un vulcano. Monti vulcanici ed elevati si trovano infine nelle isole atlantiche del Capo Verde (il Fogo, vulcano attivo, arriva a 2970 metri) e delle Canarie (Picco di Tayde, m 3807), e in quelle dell'Oceano Indiano (Piton des Neiges, m 3070, nelle Mascarene).
Ecco perché i grandi laghi dell'Africa Orientale, il Lago Rodolfo, il Lago Alberto, il Tanganica, il Niassa e altri minori hanno la caratteristica forma allungata nel senso dei meridiani e sono molto profondi. Solo il Lago Vittoria, che però è il maggiore dell'Africa e il terzo della Terra (kmq 68 mila), riempie una conca non limitata da faglie (e infatti ha forma grosso modo circolare e non arriva ai 100 m di profondità).
Le maggiori cime dell'Africa: il Kilimangiaro (m 5895), il Kenia (m 5199), il Meru (m 4566), l'Elgon (m 4321) sono vulcani spenti o quiescenti; solo il Ruvenzori (m 5119) è di costituzione cristallina. Tutti si alzano isolati dalle alte terre dell'Africa Orientale e non formano un unico sistema montuoso.
Anche il Camerùn (m 4070), la sola cima elevata, fuori dalle catene dell'Atlante, che si trovi nella parte occidentale del continente, è un vulcano. Monti vulcanici ed elevati si trovano infine nelle isole atlantiche del Capo Verde (il Fogo, vulcano attivo, arriva a 2970 metri) e delle Canarie (Picco di Tayde, m 3807), e in quelle dell'Oceano Indiano (Piton des Neiges, m 3070, nelle Mascarene).
Il Kenia (m 5199): l'erosione ne ha mutato l'aspetto originario, e difficilmente si riconoscerebbe subito in esso un antico vulcano.
Madagascar, con i numerosi apparati vulcanici e la costa orientale assolutamente rettilinea per una fossa tettonica, ripete i caratteri dell'Africa Orientale.
Se diamo ora uno sguardo complessivo alla configurazione verticale del continente, constatiamo che esso può essere diviso in Alta Africa e Bassa Africa.
La prima comprende le catene che costeggiano il Mare Rosso, l'Altipiano etiopico, la regione dei grandi laghi, l'altipiano quasi sempre superiore ai 1000 sul livello del mare, che occupa l'Africa Australe a sud del 10° parallelo, e i Monti dei Draghi e le altre alture superiori ai 2000 metri che lo circondano. La seconda comprende il bacino del fiume Congo, il bacino del Lago Ciad e tutta la zona che gravita sul Sahara, in generale restando sempre al di sotto dei 500 metri sul livello del mare. Solo nell'Adamaua che separa i bacini del Congo e del Niger, e nell'orlo rilevato che separa la Bassa Africa dalle coste della Guinea Settentrionale (M. Murchison, M. Nimba, M. Loma, Futa Gialòn) si superano in qualche punto i 2000 m. Dei massicci isolati del Sahara si è già fatto cenno.
Altro elemento sfavorevole all'esplorazione come anche all'insediamento e al progresso delle popolazioni indigene fu ed è, in molte zone, il clima, sia per i suoi eccessi ora di calore, ora di aridità, ora di umidità, sia per la vita animale e vegetale che ne dipende, sia per le numerose e temibili malattie di cui facilita la diffusione.
L'Africa è tagliata per metà dall'equatore: circa 4 mila km a nord, circa 4 mila a sud (ma poiché il continente va restringendosi verso sud fino a finire alla punta di Capo delle Aguglie, la parte che appartiene all'emisfero settentrionale è doppia di quella dell'emisfero meridionale). Circa 3/4 dell'Africa sono compresi tra i due tropici; due fasce comprendenti il 17 e il 7% appartengono alla zona temperata rispettivamente settentrionale e meridionale (ma risentono della vicinanza della zona torrida).
Il grande calore caratterizza quindi i climi africani. Ma poiché le precipitazioni sono assai variabili da regione a regione per regime e per quantità, i climi non sono uniformi. Tuttavia si nota una grande simmetria: a partire dalla zona equatoriale, sia a nord, sia a sud, e più o meno alla stessa distanza da essa, si trovano gli stessi climi. L'altitudine e l'influsso del mare introducono altri elementi di differenziazione, ma è la latitudine che prevale su tutti.
Se diamo ora uno sguardo complessivo alla configurazione verticale del continente, constatiamo che esso può essere diviso in Alta Africa e Bassa Africa.
La prima comprende le catene che costeggiano il Mare Rosso, l'Altipiano etiopico, la regione dei grandi laghi, l'altipiano quasi sempre superiore ai 1000 sul livello del mare, che occupa l'Africa Australe a sud del 10° parallelo, e i Monti dei Draghi e le altre alture superiori ai 2000 metri che lo circondano. La seconda comprende il bacino del fiume Congo, il bacino del Lago Ciad e tutta la zona che gravita sul Sahara, in generale restando sempre al di sotto dei 500 metri sul livello del mare. Solo nell'Adamaua che separa i bacini del Congo e del Niger, e nell'orlo rilevato che separa la Bassa Africa dalle coste della Guinea Settentrionale (M. Murchison, M. Nimba, M. Loma, Futa Gialòn) si superano in qualche punto i 2000 m. Dei massicci isolati del Sahara si è già fatto cenno.
Altro elemento sfavorevole all'esplorazione come anche all'insediamento e al progresso delle popolazioni indigene fu ed è, in molte zone, il clima, sia per i suoi eccessi ora di calore, ora di aridità, ora di umidità, sia per la vita animale e vegetale che ne dipende, sia per le numerose e temibili malattie di cui facilita la diffusione.
L'Africa è tagliata per metà dall'equatore: circa 4 mila km a nord, circa 4 mila a sud (ma poiché il continente va restringendosi verso sud fino a finire alla punta di Capo delle Aguglie, la parte che appartiene all'emisfero settentrionale è doppia di quella dell'emisfero meridionale). Circa 3/4 dell'Africa sono compresi tra i due tropici; due fasce comprendenti il 17 e il 7% appartengono alla zona temperata rispettivamente settentrionale e meridionale (ma risentono della vicinanza della zona torrida).
Il grande calore caratterizza quindi i climi africani. Ma poiché le precipitazioni sono assai variabili da regione a regione per regime e per quantità, i climi non sono uniformi. Tuttavia si nota una grande simmetria: a partire dalla zona equatoriale, sia a nord, sia a sud, e più o meno alla stessa distanza da essa, si trovano gli stessi climi. L'altitudine e l'influsso del mare introducono altri elementi di differenziazione, ma è la latitudine che prevale su tutti.
Precipitazioni dell'Africa
La cartina indica per alcune località significative, oltre al totale annuo delle precipitazioni, la quantità che cade in media ogni mese a cominciare da gennaio (i mesi mancanti a completare il numero di 12 corrispondono a periodi secchi). Dagli schemi si trova conferma della simmetria dei climi africani rispetto all'equatore e dell'inversione delle stagioni nei due emisferi: i mesi secchi di Algeri e Kayes sono i mesi piovosi di Livingstone e Città del Capo. A Stanleyville che si trova nella zona equatoriale piove in tutte le stagioni, con i massimi attorno agli equinozi quando il Sole è allo zenit.
Nella fascia attraversata dall'equatore si ha un clima equatoriale. Il forte e uniforme riscaldamento provoca la formazione di un'area di basse pressioni, le correnti ascendenti arrivate ad una certa altezza si raffreddano e provocano la condensazione dell'umidità; perciò le piogge sono frequenti ed abbondanti, e cadono generalmente verso le 16-17 del pomeriggio. Poiché il sole passa allo zenit dell'equatore agli equinozi, è in queste stagioni che si registrano i massimi di calore e di pioggia (l'escursione è però minima).
Man mano che ci si avvicina ai tropici il Sole è allo zenit due volte l'anno, ad intervalli sempre minori attorno al solstizio estivo boreale (21 giugno) nel nostro emisfero e a quello estivo australe (21 dicembre) nell'emisfero australe. Perciò si ha clima tropicale con una stagione di piogge tra i due passaggi del sole allo zenit, ed una stagione secca nei restanti mesi dell'anno (9 e anche 10) nelle regioni prossime al tropico.
Anche la temperatura, pur restando elevata, subisce una piccola escursione, tra i 5 e i 10 gradi: il minimo è nella stagione umida, il massimo nella stagione secca.
Nelle zone a cavallo dei due tropici, nelle quali persistono per tutto l'anno alte pressioni dovute all'influsso delle violentissime correnti a getto che soffiano con provenienza occidentale ai margini della troposfera, le precipitazioni sono scarsissime o nulle (al Cairo, ad esempio, 30 mm all'anno), perché non c'è afflusso di masse di aria umida. L'atmosfera limpida e secca non trattiene il calore irradiato dal terreno, cosicché mentre di giorno la temperatura sale anche a 40-50°, nella notte essa scende a valori prossimi allo zero o anche sotto!
All'estremo nord e all'estremo sud del continente il clima, influenzato dalla latitudine e dalla prossimità delle masse marittime, è subtropicale mediterraneo, con inverni dolci bene innaffiati di piogge spesso temporalesche, ed estati secche, ma non troppo calde.
Man mano che ci si avvicina ai tropici il Sole è allo zenit due volte l'anno, ad intervalli sempre minori attorno al solstizio estivo boreale (21 giugno) nel nostro emisfero e a quello estivo australe (21 dicembre) nell'emisfero australe. Perciò si ha clima tropicale con una stagione di piogge tra i due passaggi del sole allo zenit, ed una stagione secca nei restanti mesi dell'anno (9 e anche 10) nelle regioni prossime al tropico.
Anche la temperatura, pur restando elevata, subisce una piccola escursione, tra i 5 e i 10 gradi: il minimo è nella stagione umida, il massimo nella stagione secca.
Nelle zone a cavallo dei due tropici, nelle quali persistono per tutto l'anno alte pressioni dovute all'influsso delle violentissime correnti a getto che soffiano con provenienza occidentale ai margini della troposfera, le precipitazioni sono scarsissime o nulle (al Cairo, ad esempio, 30 mm all'anno), perché non c'è afflusso di masse di aria umida. L'atmosfera limpida e secca non trattiene il calore irradiato dal terreno, cosicché mentre di giorno la temperatura sale anche a 40-50°, nella notte essa scende a valori prossimi allo zero o anche sotto!
All'estremo nord e all'estremo sud del continente il clima, influenzato dalla latitudine e dalla prossimità delle masse marittime, è subtropicale mediterraneo, con inverni dolci bene innaffiati di piogge spesso temporalesche, ed estati secche, ma non troppo calde.