Mari e coste
Mare e terraferma si compenetrano in Europa più che in ogni altra parte del mondo: il 35 per cento della sua superficie totale è costituito da articolazioni, isole e penisole, che invece in Asia occupano solo il 24 per cento e in Africa addirittura l'1%. solo nella parte più orientale della Russia, ci sono località che distano più di 1000 km dal mare; in tutta l'Europa centrale e occidentale il mare è sempre a meno di 600 km, e più o meno influisce sul clima di ogni regione.
Ci spieghiamo così come il mare abbia avuto ed abbia ancora tanta importanza nella vita civile europea, come tanti popoli vi abbiano trovato l'origine della loro prosperità: gli antichi Greci, le città della Magna Grecia, le Repubbliche Marinare italiane e così via dalle Nazioni iberiche all'Olanda, all'Inghilterra, alla Norvegia. Quante penisole si protendono negli azzurri flutti, costellati di isole grandi e piccole, quanti golfi offrono sicuro asilo alle navi, quanti estuari sembrano invitarle a proseguire la rotta fin nel cuore del continente, con quante opere, porti, dighe, gli Europei hanno perfezionato la favorevole conformazione naturale! Ecco perché non c'è mare sulla terra, che le navi partite da Genova, da Càdice, da Bristol, da Amsterdam, da Oslo ecc. non abbiano esplorato, non c'è porto che non conosca le bandiere europee!
Non dappertutto lungo i 38 mila km del loro sviluppo le coste sono ugualmente favorevoli alla navigazione, sia per la loro conformazione, sia per le altre cause.
Tutti i mari europei sono dipendenze dell'Oceano Atlantico, ma differiscono notevolmente tra di loro.
Il Mar Mediterraneo è il più profondo, il più caldo, il più salato.
La scarsa profondità dello Stretto di Gibilterra (meno di 400 metri) impedisce l'afflusso delle acque fredde del fondo dell'oceano e perciò mai la temperatura in profondità scende al di sotto dei 13° (in superficie invece risente delle variazioni stagionali). La relativa maggior salinità è dovuta allo scarso afflusso di acque fluviali ed alla più intensa evaporazione.
La navigazione nel Mediterraneo è facilitata oltre che dalla vicinanza degli approdi, dall'assenza di tempeste di violenza paragonabile a quella degli altri mari, dalla debolezza delle correnti e dalla scarsa ampiezza delle maree. Queste sono quasi irrilevanti, cosicché le foci dei fiumi si ingombrano di detriti e formano ampi delta.
Nel Mediterraneo si distinguono mari minori, ben delimitati da isole, arcipelaghi e penisole. Di queste le tre maggiori sono la Penisola Iberica, il cui limite settentrionale è costituito dall'istmo a nord dei Pirenei, tra Mediterraneo e Atlantico, la Penisola Italica che si stacca dalla linea di congiunzione tra il Golfo della Spezia e quello di Venezia, e la Penisola Balcanica, meno nettamente individuata, della quale è generalmente considerato limite settentrionale la linea che dal Golfo del Quarnaro va al Mar Nero, seguendo i corsi dei fiumi Kupa, Sava e Danubio.
Le coste orientali della Grecia sono bagnate dal Mar Egeo, al quale si giunge o dai canali situati tra la Grecia e Càndia o dal canale artificiale di Corinto. Esso è caratterizzato da numerosissime isole che costituiscono alcuni arcipelaghi (Cìcladi, cioè disposte in circolo attorno alla sacra isola di Delo, Spòradi, cioè disseminate), quasi ponti naturali tra l'Europa e l'Asia. Il passo più facile tra le due parti del mondo antico è però costituito dagli stretti che uniscono l'Egeo al Mar Nero. I Dardanelli (km 70) e il Bòsforo (km 30) sono infatti assai angusti: 1 km e mezzo e 600 metri rispettivamente, nel punto più stretto. Il Mar di Màrmara che si trova tra essi, è piccolo ma profondo.
Perciò lungo le sponde settentrionali, specialmente nel Mar d'Azof, durante l'inverno gela: questo ci porta a concludere che se è vero che il mare influisce sul clima delle regioni vicine, è anche vero che quando è piccolo e scarso di acque (il Mar d'Azof non supera i 14 metri di profondità) viene a sua volta a subire l'azione delle masse d'aria continentali.
Al Mediterraneo appartengono anche il Mare Africano ad est della Tunisia, il Mar della Sirte a nord della Libia, e il Mar di Levante a sud-est di Càndia, ma essi interessano piuttosto l'Africa e l'Asia che l'Europa. E' però da ricordare il Canale di Suez, che inaugurato nel 1869, ha aperto una seconda porta nel Mediterraneo, riportandolo tra le grandi rotte della navigazione mondiale.
Il Mar Caspio, nonostante il nome e le acque salate è un lago, il più grande del mondo.
Le coste occidentali della Spagna, del Portogallo, della Francia, dell'Inghilterra, dell'Irlanda e quelle dell'Islanda sono bagnate direttamente dall'Oceano Atlantico, il secondo in ordine di grandezza e il più importante tra tutti gli oceani.
In esso tempeste, maree e correnti assumono aspetti imponenti. Mentre nel Mediterraneo l'altezza delle onde nelle più furiose tempeste è di 5-6 metri, nell'Atlantico esse raggiungono i 12-15 metri, l'altezza di una casa di 5 piani!
Le maree su certe coste atlantiche europee arrivano ad un'ampiezza superiore ai dieci metri (come è noto, sulle coste occidentali dell'Atlantico si hanno maree anche di 20 metri e più!). Questo fatto determina una particolare caratteristica delle coste, nelle quali si aprono profondi estuari, essendo le foci dei fiumi spazzate dal ritmico flusso e riflusso dell'onda di marea.
Questa infatti attraversato tutto l'Atlantico, lambisce le coste delle Isole Britanniche, della Norvegia e dell'Islanda e con le sue acque calde (più calde cioè di quanto non comporterebbe la latitudine) mitiga il clima, tanto che le regioni nordiche godono un vantaggio di circa 15° di calore sulle altre parti del mondo alla stessa latitudine. Per avere un'idea concreta dell'importanza della Corrente confrontiamo il Mar di Norvegia, sempre libero dai ghiacciai, anche nei più crudi inverni, col più meridionale Mar Baltico o addirittura col mediterraneo Mar d'Azof già ricordato, i quali gelano ogni anno; confrontiamo il territorio della Norvegia coperto per quasi un quarto di foreste e abitato da 5 milioni di uomini con quello della Groenlandia situata alla stessa latitudine, la quale invece è coperta da una calotta di ghiaccio spessa 2-3 mila metri e non ospita che 50 mila abitanti; confrontiamo infine la temperatura media invernale della Scozia, 4° con quella di Milano, che è tanto più a sud: 3°!
Già al tempo di Colombo i navigatori che affrontavano le vaste distese dell'Oceano avevano osservato la presenza di venti costanti da nord-est nel nostro emisfero, e da sud-est nell'emisfero australe, spiranti verso l'equatore alla velocità di 20-25 km all'ora: gli alisei. Ricordiamo che la zona equatoriale è quella che il calore solare scalda di più: vi si forma perciò un'area di basse pressioni verso la quale si spingono le masse d'aria delle zone di maggior pressione, che si trovano a sud e a nord di essa. La costante azione degli alisei (unitamente ad altre cause minori, quali la differenza di temperatura e di salinità e perciò di densità) determina la formazione nel centro dell'Atlantico di una corrente marina diretta verso occidente.
La corrente equatoriale, giunta alle coste del Brasile, si divide in due rami, uno verso sud (Corrente del Brasile), l'altro verso nord. Questo, dopo aver lambito le coste del Golfo del Messico (donde il suo nome di Corrente del Golfo) si volge ad oriente e, largo una sessantina di km e profondo circa 700 metri, attraversa tutto l'Atlantico ad una velocità di 6-7 km all'ora. E' un vero immenso fiume nel mare, della cui forza i marinai dovevano tener conto al tempo della navigazione a vela (per scansarla o per servirsene) e che non è senza importanza neppure oggi.
La temperatura delle sue acque, che presso le coste americane è di 27° circa, sulle coste norvegesi anche nella stagione più fredda, non scende mai al di sotto del 3-4°. Continuando il suo spostamento e progressivamente raffreddandosi si volge verso occidente e finisce per confondere le sue acque ormai gelide con la fredda Corrente della Groenlandia, che scende verso sud.
Un ramo secondario si stacca già al centro dell'Atlantico e sale fino all'Islanda, (ed è per questo che i pescatori islandesi trovano nelle reti talvolta delle... noci di cocco!), mentre un altro scende a sud lungo le coste portoghesi ed africane, raffreddandosi via via fino ad entrare nella corrente che si spinge verso l'equatore: si chiude così il circuito delle acque superficiali del Nord-Atlantico.
Tra la Gran Bretagna e la Francia il Canale della Manica, stretto (32 km) e poco profondo (60 m), mette in comunicazione l'Atlantico col Mar del Nord.
E' questo il mare più importante per la vita economica europea, sia per la pesca abbondantissima (la profondità media è inferiore ai 100 metri, e solo in un punto vengono superati i 200), sia per la navigazione. E' sconvolto talvolta da furiose tempeste, particolarmente pericolose per la frequenza di densissime nebbie. Le maree vi raggiungono grandi ampiezze.
Gli stretti a nord e ad est della lunga e stretta Penisola danese dello Jutland (Skager Rak, Kàttegat, Sund e i due Belt) uniscono il Mar del Nord con il Bàltico, il quale anche a nord è limitato da una penisola, quella Scandìnava, la maggiore dell'Europa. Anche il Baltico è poco profondo, in media 70 metri (solo in un punto si avvicina ai 500), e le sue acque, alle quali affluiscono molti fiumi, sono tra le meno salate: 7 per mille in media e in qualche punto nell'estremo nord addirittura l'1 o il 2 per mille. Perciò d'inverno gelano lungo le coste e, qualche volta, non solo i tre golfi più interni di Botnia, di Finlàndia e di Riga, ma tutta la superficie del Bàltico si copre di una crosta di ghiaccio.
Le sue coste settentrionali sono contornate da innumerevoli isolette che, come le maggiori isole situate nella zona centrale, sono sommità di alture isolate da un movimento di ingressione delle acque marine causato o da un aumento del livello del mare (quello conseguente allo scioglimento delle calotte glaciali del periodo glaciale è stato stimato a circa 200 metri) oppure da un bradisismo positivo.
La loro forma ad U, che si sviluppa anche sotto l'attuale livello del mare, dimostra che furono un tempo valli modellate dai ghiacciai e successivamente invase dalle acque. I bassi fondali e il plancton portato dalla Corrente del Golfo fanno del Mar di Norvegia uno dei più ricchi di pesce.
In Europa notiamo tutti i tipi di coste, da quelle alte a quelle basse, dalle rettilinee alle frastagliate, dalle portuose a quelle importuose.
Dove il rilievo arriva al mare, la costa è alta, rettilinea ed importuosa se i monti sono disposti parallelamente ad essa (come in alcuni tratti della costa Dàlmata), frastagliate se invece i contrafforti si dirigono verso il mare, come ad esempio in Grecia.
Dei fiordi, ve ne sono anche nelle Isole Britanniche e in Islanda. Simili nella conformazione, ma diversi, per origine, come già abbiamo detto, sono i canali e i valloni dell'Istria e della Dalmàzia e le rias della Spagna atlantica: infatti non hanno subito l'azione glaciale.
Se poi i monti che arrivano alla costa sono di costituzione calcarea, e tenera, come ad esempio nella Manica e nella Penisola Sorrentina, e vengono attaccati alla base dalle onde, si formano magnifiche falésie, alte e strapiombanti muraglie importuose.
Infine, come abbiamo già visto, la costa in corrispondenza delle foci dei fiumi sporge con delta o rientra negli estuari, a seconda dell'ampiezza delle maree.