Il pianeta Terra|pagina 2
Nelle 24 ore del giorno ogni punto della superficie terrestre descrive intorno all'asse una circonferenza completa, tanto più grande quanto più la località è lontana dal Polo. Perciò, mentre l'angolo di rotazione, ad esempio in un'ora, è uguale per tutti i punti della Terra, 15°, la velocità lineare e con essa la distanza percorsa aumenta fino a raggiungere i 465 m al secondo, 1674 km all'ora! Le circonferenze descritte sono dette paralleli, perchè sono tutte parallele tra loro; i loro piani infatti sono tutti perpendicolari all'asse terrestre.
La velocità angolare è uguale per tutti i punti della superficie terrestre, ma quella lineare varia con la latitudine ed è massima all'equatore . I punti A, B, C, dopo avere descritto lo stesso angolo, si trovano ad aver percorso distanze sempre maggiori man mano che si trovano più vicini all'equatore: si confrontino in basso i segmenti AA', BB' e CC'.
La circonferenza massima, equidistante dai Poli e lunga 40.070 km, è chiamata Equatore, perchè divide la sfera terrestre in due emisferi, l'Emisfero Settentrionale detto anche Boreale o Artico e l'Emisfero Meridionale o Australe o Antartico.
Il numero dei paralleli è teoricamente infinito, come infinito è il numero dei punti; ma è possibile indicare con sufficiente esattezza quello sul quale si trova qualsiasi località della superficie terrestre, determinando la sua distanza dall'equatore cioè la latitudine. Essendo la Terra una sfera, tale distanza sarà rappresentata da un arco, che può essere indicato con la misura dell'angolo al centro. Poiché l'asse terrestre forma un angolo piatto, ci sono 90 gradi a nord e 90 a sud del piano dell'equatore; perciò, attribuito all'equatore il numero 0, si contano 89 paralleli a nord e 89 a sud di esso, uno per ogni grado di latitudine, fino ai Poli Nord e Sud, il cui numero è 90 Latitudine Nord e 90 Latitudine Sud rispettivamente. Per le posizioni intermedie si ricorre ai minuti primi e ai minuti secondi: essendo la lunghezza di un grado di meridiano km 111,6 al massimo, la distanza tra secondo e secondo è di 31 metri: tale è l'esattezza delle coordinate geografiche.
Ma l'indicazione del parallelo, cioè di una circonferenza, non basta per determinare la posizione che su di essa occupa una località. Occorre aggiungere anche l'indicazione del meridiano. Si chiamano meridiani le semicirconferenze, tutte della stessa lunghezza, che vanno da un polo all'altro. Anch'essi teoricamente infiniti, sono in pratica 360, tanti quanti i gradi dell'angolo giro, 179 ad est e 179 ad ovest del meridiano fondamentale che porta il numero 0: da esso si misurano le distanze ad est e ad ovest, sempre in gradi, minuti e secondi. Il suo antimeridiano, cioè la semicirconferenza opposta, ha il numero 180. Qualsiasi meridiano può essere considerato come fondamentale, e infatti in Italia ci si riferisce talvolta al meridiano di Roma (Monte Mario); ma ormai è generalmente adottato il meridiano che passa per la località di Greenwich (Londra). Il meridiano fondamentale e il suo antimeridiano dividono il globo in due emisferi, Occidentale e Orientale.
principali misure della Terra
Le coordinate geografiche dunque determinano con molta esattezza la posizione di qualsiasi località della superficie terrestre, indicandone i gradi di parallelo della latitudine (distanza nord o sud dall'equatore) e i gradi di meridiano della longitudine (distanza est o ovest dal meridiano fondamentale): Roma, ad esempio, si trova a 41°53'33" di latitudine N e 12°29'31" di longitudine E.
Lo schiacciamento che risulta dalla differenza tra raggio equatoriale e raggio polare è minima, poco più di 21 km, cioè 1/297 del raggio equatoriale, come risulta dalla seguente tabella delle dimensioni della Terra:
Raggio equatoriale |
km 6.378 (diametro km 12.756) |
Lo schiacciamento ai poli è uno degli effetti del movimento di rotazione e della maggior velocità lineare della regione equatoriale (con conseguente maggior forza centrifuga). Un altro effetto dello stesso fenomeno è la deviazione verso ovest delle correnti marine e dei venti che si spostano verso l'equatore. Esse infatti avanzano in zone dotate di sempre maggiore velocità e restano perciò in ritardo rispetto allo spostamento di queste: poiché la Terra ruota verso est, esse risultano deviate verso ovest, come se la superficie terrestre sfuggisse loro di sotto. Se invece le correnti sono dirette dall'equatore verso i poli, si produce l'effetto contrario, e la deviazione è verso est.
Il fenomeno spiega la direzione dei venti costanti alisei, che è da nord-est a sud-ovest nel nostro emisfero e da sud-est a nord-ovest nell'emisfero meridionale. I venti che spirano in direzione opposta sono deviati da sud-ovest a nord-est nel nostro emisfero, e da nord-ovest a sud-est nell'emisfero meridionale.
Anche l'alternarsi del dì e della notte è conseguenza del movimento di rotazione. In teoria il Sole illumina sempre metà della sfera terrestre. La linea che verrebbe a separare la zona in ombra (notte) dalla zona in luce (dì), e che si sposta velocissimamente con la rotazione terrestre, è chiamata circolo di illuminazione. In realtà, poiché la sfera è circondata dalle masse di gas dell'atmosfera, i raggi del Sole vengono deviati per rifrazione, cosicché noi li vediamo già qualche minuto prima del reale sorgere dell'astro dalla linea dell'orizzonte, e ancora qualche minuto dopo il tramonto. Inoltre, anche quando la luce solare non arriva direttamente, gli strati densi dell'atmosfera diffondono la luce che essi ricevono e perciò si crea prima del nascere e dopo il tramonto del Sole una zona e un tempo di transizione tra il dì e la notte, il crepuscolo, che dura circa mezz'ora alle nostre latitudini, ma molto di più (anche settimane) alle latitudini settentrionali, dove i raggi del Sole sono molto obliqui, e molto meno (pochi minuti) all'equatore, dove invece la dispersione è minore. Una traccia di luce solare resta anche dopo, fino a che il sole non è a 18 gradi sotto l'orizzonte: la notte completa arriva nelle nostre regioni solo un'ora e mezzo dopo il tramonto. Perciò in pratica sempre più di mezza sfera terrestre gode della luce solare.
Dispersione dei raggi solari
La stessa quantità di raggi solari a causa della curvatura della superficie terrestre si diffonde più o meno a seconda della latitudine (e a seconda dell'ora del giorno e della notte): di qui la differenza di calore che la Terra riceve nelle varie parti del mondo (e nel giro delle ore del giorno o delle stagioni).
A causa della sfericità della superficie terrestre, la luce solare e il calore non sono distribuiti in modo uniforme. Al mattino e alla sera la temperatura è sempre più fresca che col sole alto e l'intensità della luce è minore. Così pure calore e luce diminuiscono con l'aumento della latitudine. Infatti un fascio di raggi solari, come dimostra il disegno, nelle regioni equatoriali si diffonde su una superficie minore che nelle regioni polari e perciò scalda maggiormente. (lo stesso avviene a mezzogiorno rispetto al mattino e alla sera).
Ecco perchè la zona a cavallo dell'equatore è la zona torrida nella quale regna eterna l'estate, mentre attorno ai poli, dove i raggi a causa dell'inclinazione con la quale arrivano sulla superficie terrestre si disperdono su larghe zone, è il regno del freddo e del ghiaccio (e le calotte polari settentrionale o meridionale sono chiamate zone glaciali, artica e antartica rispettivamente). Tra esse e la zona torrida si estendono le due zone temperate, settentrionale o boreale e meridionale o australe, nelle quali luce e calore sono distribuiti in modo meno eccessivo, perché i raggi solari vi giungono ora più alti ora più bassi, ma sempre con angoli di media ampiezza.
Per quanto non si riscontri in realtà un brusco passaggio tra le varie zone che abbiamo elencato, pure esse sono nettamente delimitate da paralleli, fissati attraverso elementi astronomici (ed infatti si chiamano zone astronomiche), i Circoli Polari e i Tropici. Per chiarirne il fondamento occorre perciò ora parlare del secondo importante movimento della Terra, la rivoluzione intorno al Sole.
continua...