La catena del Tauro si congiunge attraverso i monti del Curdistàn ai monti iraniani dello Zàgros, fascio di catene con cime superiori ai 4000 metri, che si allungano da nord-ovest a sud-est. Esse sono continuate lungo le coste del Mar Arabico da montagne meno elevate che con i Monti Solimano chiudono a sud e a est il grande Altipiano Iranico (la cui zona orientale appartiene all'Afghanistàn e in parte al Pakistàn). Il deflusso al mare delle acque resta così impedito (anche qui perciò si trovano croste saline e stagni salati come quello nel quale muore il fiume Hilmènd), e le masse d'aria umida marina non arrivano nell'interno. Perciò, mentre sui monti le precipitazioni sono abbondanti e da essi scendono fiumi quali il Kizil Uzum che sfocia nel Caspio, il ricordato Hilmènd e il Karun che è tributario del Golfo Persico, L'Altipiano Iranico è stepposo e spesso assolutamente desertico.
Le temperature, altissime in estate, vengono notevolmente abbassate in inverno dai freddi venti continentali provenienti dal nord. Migliore è il clima dei versanti esterni, ottimo quello della fascia costiera sul Caspio che, per abbondanza di precipitazioni e mitezza di temperatura, ha caratteristiche subtropicali.
Anche lungo le coste della Siria, del Libano e della Palestina, l'influsso del mare si fa sentire solo fino alle catene del Lìbano e dell'Antilìbano e all'altipiano palestinese che corrono paralleli ad esse; subito ad est si entra nella zona stepposa o desertica, che, ora piana, ora montuosa, si estende a sud per tutto il Tavolato Arabico fino ad arrivare al desolato deserto del Rub al Khali e all'Oceano Indiano.
Le coste del Golfo di Adalia (Turchia meridionale) hanno caratteristiche mediterranee assai pronunciate. Le acque del Mediterraneo orientale sono di un colore azzurro molto intenso come quelle di tutti i mari caldi, mentre i mari glaciali hanno colori tenui e verdastri.
L'arido e spopolato altipiano centrale dell'Iràn vien chiamato Deserto Salato per le croste di sale prodotte dall'evaporazione, che coprono spesso le bassure.
Nell'Arabia si notano degli avvallamenti talvolta assai lunghi e ramificati chiamati uidian (plurale di uadi), incisi dalle acque correnti in epoche geologiche remote; essi hanno ancora qualche vena d'acqua dopo i rari e violenti temporali. Poiché le falde acquifere talvolta affiorano o sono raggiunte dai pozzi, vi si trovano le oasi e i pochi terreni agricoli della regione.
Le coste occidentali dell'Arabia sono più elevate di quelle orientali, cosicché tutto il tavolato risulta inclinato verso est, dove infatti si dirigono gli uidian.
Il Mar Rosso occupa parte della immensa fossa tettonica, la più grande della Terra, che dalla regione dei Grandi Laghi africani sale al Mar Rosso, al Golfo di Acaba, al Mar Morto (m 392 sotto il livello del Mediterraneo), al solco nel quale scorre il Giordano e all'avvallamento che divide il Libano e l'Antilibano. I frequenti terreni vulcanici attestano la profondità del dislocamento delle zolle fratturate.
La fascia costiera sul Mar Rosso si innalza fino ai 1500 m, e nello Yèmen arriva a superare i 3000. Anche le coste del Mare Arabico hanno la stessa origine e conformazione; ad est sono però meno elevate. Sul Golfo di Omàn infine un altro sistema montuoso, con caratteristiche simili ai monti dell'Iràn, si eleva anch'esso fino a più di 3000 metri.
Il clima dell'Arabia, oltre che dalla scarsa estensione dei mari adiacenti e dalla disposizione dei monti, è influenzato anche dal regime dei venti. Si è detto precedentemente che l'Asia Meridionale appartiene alla fascia monsonica. Ma i venti estivi interessano l'Arabia solo in minima parte, perché soffiano da sud-ovest a nord-est, cioè parallelamente alle coste del tavolato e innaffiano con una certa larghezza solo i monti della estremità sud-occidentale dello Yemen che infatti fin dall'antichità era chiamata "Arabia felix" , cioè fertile. Il resto della penisola, che ha altitudine media tra i 500 e i 1000 metri e, come tutte le zone attraversate dai tropici, ha in permanenza alte pressioni, riceve umidità in quantità troppo scarsa anche per la meno esigente vegetazione ed è, come si è detto, uno dei deserti più aridi e squallidi. La temperatura raggiunge uno dei massimi della Terra, ma l'escursione diurna è molto ampia e le notti sono fredde.
L'Arabia digrada al Golfo Persico con una piatta pianura. Tale è anche la Mesopotamia, bassa pianura alluvionale, formata dai soli due grandi fiumi del Medio Oriente, l'Eufrate (2800 km circa) e il Tigri (quasi 2000 km), i quali, provenienti dalla Turchia, attraversano la Siria (il Tigri solo al confine orientale), si avvicinano all'altezza di Bagdàd, poi tornano ad allontanarsi e finiscono per confluire in un solo corso d'acqua, lo Sciàtt el Aràb, lungo 180 km, che porta le loro acque e quelle del fiume iraniano Korùm al Golfo Persico. Per difetto di precipitazioni anche la Mesopotamia, dove non è irrigata, è stepposa o desertica.
continua...